mercoledì 29 aprile 2020

Non tutti i mali vengono per nuocere….



Ecco come la tragedia del Coronavirus ci sta inducendo a riflettere sui nostri errori, cambiare la visione del mondo e modificare i nostri comportamenti su banche, neoliberismo, globalizzazione, prevenzione e rapporti con la Cina.

Come nella vita delle persone, anche in quella del Paese tragici eventi hanno la capacita’ di fare riflettere sui nostri errori, cambiare la visione del mondo e modificare i nostri comportamenti.
–  Il ruolo delle Banche centrali. L’economia in Italia, come nel resto del mondo e’ ferma, in un coma indotto, alimentata da soldi pubblici e risparmi privati. In occasioni simili, come dopo le due guerre mondiali, le banche centrali stamparono moneta per evitare che un problema di liquidita’ diventasse uno di insolvenza. E’ quello che sta facendo la Federal Bank americana che immette liquidita’ per 6000 miliardi di dollari acquistando titoli di debito pubblico e privato. E’ inevitabile che anche la Banca Centrale Europea dovra’ seguire la stessa strada. Con l’acquisto di Buoni del Tesoro potra’ finanziare i costi della crisi. Allo stesso tempo le banche potrebbero collettivizzare i debiti delle piccole imprese ed artigiani, creando dei Titoli Derivati da vendere alle banche centrali. In questo modo lo Stato si finanzia senza pagare lo spread e le banche si ossigenano, scambiando crediti con contante. In cambio del suo intervento, le condizioni poste all’Italia dalla BCE potrebbero essere di avere Draghi come capo del governo ed una nuova governance. (Per cominciare uno stop alle nomine di partito per enti economici ed imprese di Stato)
– La fine del neo-liberismo e globalizzazione. Ancora una volta, come dopo la crisi finanziaria di 10 anni fa, si e’ dimostrato quanto sia fallace lo slogan neo-liberista “Meno Stato, Piu’ Mercato”. Quando accadono catastrofi, in Italia succede spesso, ci si accorge quanto siano essenziali i servizi pubblici. Questa crisi ha anche evidenziato i limiti della globalizzazione economica. Per essere piu’ competitivi, o meglio per avere piu’ profitti, le imprese hanno delocalizzato le produzioni in aree con costi minori. Il risultato e’ che la fabbricazione di tutta una serie di prodotti si e’ concentrata in pochi Paesi. Con l’emergenza pandemica c’e’ stata una lotta selvaggia per accaparrarsi articoli sanitari prodotti solo in Cina o Turchia. Si e’ scoperto quanto sia rischioso fare affidamento su una filiera produttiva globale e non locale.
-La prevenzione. E’ stato detto che siamo in guerra contro un nemico invisibile, il corona virus. Per  combattere una guerra tradizionale abbiamo le nostre Forze Armate che manteniamo pronte all’impiego con regolari e costose esercitazioni militari. Forse per il futuro sarebbe il caso di organizzare dei piani di emergenza per ogni tipo di catastrofe e verificarne l’efficienza con periodiche esercitazioni.
– Rapporti con la Cina. Senza entrare nel merito di come e dove e’ nato e si è sviluppato il corona virus, e’ chiaro che, nel cercare di controllare questa epidemia, la Cina ha avuto un comportamento poco trasparente e quindi irresponsabile nei confronti del resto del mondo. La Cina e’ un partner economico e commerciale importante, ma non si deve dimenticare che non e’ una democrazia ed in contraddizione con la sua ideologia comunista, e’ sempre piu’ nazionalista. E’ comprensibile, ma non giustificabile, che la Cina, per 4000 anni una civilta’ e potenza mondiale, voglia riscattare gli ultimi 200 anni di umiliazioni subite dall’Occidente e dal Giappone e riprendere il suo ruolo. In questo periodo le televisioni cinesi mostrano immagini impietose sul caos in Europa creato dalla pandemia in contrasto con la presunta efficienza cinese propagandata dal governo. Pare che un sondaggio da noi, sui Paesi piu’ solidali con l’Italia in questa crisi, abbia collocato di gran lunga la Cina e la Russia al top mentre in fondo sono l’America e L’Europa. Siamo proprio incorreggibilmente volubili.

S. Oesse
By Redazione Pensalibero.it | 26 Aprile 2020

Nessun commento:

Posta un commento