mercoledì 4 marzo 2020

IL TITANIC FERROVIARIO DIMENTICATO

  YouTube. >>>IL TITANIC FERROVIARIO DIMENTICATO-3 marzo 1944

BALVANO (Potenza), 3 Marzo 1944, per non dimenticare, il disastro di Balvano, il quale ebbe luogo il giorno 3 marzo 1944 nella galleria “Delle Armi“, nei pressi della stazione ferroviaria di Balvano-Ricigliano in provincia di Potenza. In questa tragedia morirono circa 600 persone, benchè, le stime siano tutt’ora oggetto di discussione e il numero delle vittime dopo tanti anni non si sono mai definite

Il più grave incidente ferroviario per numero di vittime accaduto in Italia e uno dei misteriosi disastri nella storia delle ferrovie italiane, conosciuto come anche “Sciagura del treno 8017“. Il treno trainato da due locomotive a vapore, con circa  700 passeggeri tra ufficiali e abusivi a bordo stremati dalla guerra, dopo essere entrato nella galleria rallento’ fino quasi a fermarsi a causa della pendenza e forse dovuta all’umidità dei binari.
Per cercare di ripartire i macchinisti azionarono al massimo le caldaie delle locomotive, al punto che i vapori di monossido di carbonio e acido carbonico saturarono la galleria, provocando la morte per asfissia di quasi tutti i passeggeri. La scena che si presento’ ai soccorritori fu apocalittica, i corpi senza vita furono adagiati sul marciapiede della stazione antistante di Balvano-Ricigliano.
Seicento morti sepolti in fosse comuni, di cui 521 identificati, senza funerali, solo oblio, indifferenza e ingiustizia. La piu’ grave sciagura ferroviaria non ha colpevoli, trecento famiglie,ancora oggi, sono in cerca della verita’ e della giustizia.
*La foto sovrastante è stata prodotta nell’anno 2018 da Pina Chidichimo nel Comune di Vietri sul Mare Provincia di Salerno, targa in memoria dei concittadini coinvolti nella tragedia del periodo, l’Amministrazione Comunale ha voluto rendere omaggio ai caduti, attraverso questa targa in ceramica.
Tratto da: Onda Lucana® by Luigi Salzarulo
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Foto di copertina e video forniti dall’autore. Si ringrazia Pina Chidichimo per la integrazione fotografica
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