Qualora le “autonomie” divenissero iniziativa legislativa, saranno misure
che penalizzeranno le regioni più deboli, senza apportare benefici a quelle più
virtuose. In pratica un Nord contro Sud, costituito solo da puro campanilismo.
Spezzettare l'Italia in microscopici staterelli, sarebbe irrazionale,
antistorico e sconveniente sotto ogni punto di vista: geografico, politico,
amministrativo, giuridico, sociale, economico e internazionale.
Bisognerebbe invece concentrarsi sull'Unione Europea. Ma non riusciamo a
realizzare “l’Europa dei Popoli” (federale), l’obiettivo prefissato dai Padri
fondatori, perché alcuni Paesi membri legati al concetto di “sovranità
nazionale” si rifiutano di cedere pezzi sovranità necessari alla costituzione
di un ente centrale europeo. È del 2004 infatti, il naufragio definitivo
del progetto di adottare una Costituzione per l'Europa a seguito della vittoria
del no ai referendum di Francia e Paesi Bassi. Ed è chiaro che, “rebus sic
stantibus” una regione come l'Europa, non potrà mai funzionare correttamente
fino a quando non si doterà di una unione politica, economica, fiscale, bancaria
e militare unica.
Nel frattempo che in Europa le cose cambino, l'Italia dovrebbe restare una,
sola e indivisibile, e le regioni a maggiore capacità semmai, dovrebbero
trainare quelle più in difficoltà. Da Milano a Palermo tutti i cittadini,
per esempio in ambito sanitario o lavorativo, dovrebbero avere le stesse possibilità
di cura adeguate o trovare condizioni di lavoro dignitose. Siamo una nazione “a
tre velocità” (nord, centro, sud); e piuttosto che continuare a inseguire
una improbabile linea federale interna, sarebbe bene che il legislatore
provasse ad appianare o quantomeno a ridurre le grandi divergenze/differenze
regionali, all’origine di tanti problemi nazionali
LINK>> Autonomia
differenziata, ovvero Nord contro Sud (msn.com)
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