250 vittime in un solo giorno. Il numero maggiore di casi in
Lombardia, in Emilia Romagna in Veneto e Piemonte. Stesso andamento per il
numero dei decessi.
Coronavirus, psicologo: attenti alle emozioni da
isolamento
Sono 14.955 i malati di coronavirus in Italia, 2.116 in
più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime
e i guariti – ha raggiunto i 17.660. Il dato è stato fornito dal
commissario per l’emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla
Protezione Civile. ai dati della Protezione Civile emerge che sono 7.732
i malati in Lombardia (836 in più di ieri), 2.011 in Emilia
Romagna (+253), 1.453 in Veneto (+156), 794 in Piemonte (+240), 698 nelle
Marche (+128), 455 in Toscana (+103), 242 nel Lazio (+70),
213 in Campania (+39), 304 in Liguria (+61),
236 in Friuli Venezia Giulia (+88), 126 in Sicilia (+15),
121 in Puglia (+23), 157 in Trentino (+55),
83 in Abruzzo (+5), 73 in Umbria (+11), 17
in Molise (+1), 43 in Sardegna (+4), 27
in Valle d’Aosta (+1), 37 in Calabria (+5),
123 in Alto Adige (+20), 10 in Basilicata (+2).
Quanto alle vittime, se ne registrano: 890 in Lombardia
(+146), 201 in Emilia Romagna, (+55), 42 in Veneto (+10), 46 in Piemonte (+20),
27 nelle Marche (+5), 5 in Toscana (+0), 17 in Liguria (+6), 2 in Campania
(+1), 11 Lazio (+2), 10 in Friuli Venezia Giulia (+2), 5 in Puglia (+0), 2 in
provincia di Bolzano (+1), 2 in Sicilia (+0), 2 in Abruzzo (+0), uno in Umbria
(+1) uno in Valle d’Aosta (+0), 2 in Trentino (+1). I tamponi
complessivi sono 97.488, quasi oltre 65mila dei quali in Lombardia, Veneto ed
Emilia Romagna.
Silvio Brusaferro ha poi fatto un punto sulla
mortalità. “I dati sulla mortalità si vanno approfondendo con le
cartelle cliniche dei deceduti: i pazienti morti con il coronavirus
hanno una media di oltre 80 anni, 80,3; le donne sono solo il 25,8%. Età
media dei deceduti è molto più alta degli altri positivi. Il picco di mortalità
c’è tra 80-89 anni. La letalità, ossia il numero di morti tra gli ammalati, è più
elevata tra gli over 80″. Lo ha detto Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore
di sanità (Iss) in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma. Brusaferro
lancia poi un allarme su un possibile picco di contagi nel weekend.
“E’ verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte
come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione
è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni
sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato.
Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una
sintomatologia. E’ un’ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere
smentiti dai fatti” ha detto Brusaferro.
“Il distanziamento sociale è la chiave per ridurre la
diffusione del contagio. Le prossime settimana saranno decisive e dipendono dal
comportamento di ogni singolo cittadino”, ha dichiarato il ministro della
Salute Roberto Speranza in relazione ad ipotesi di picchi e
numero dei contagi.
Grazie alle forti misure di contenimento in atto “eviteremo
un picco insostenibile, diluendo e rallentando i casi di SarsCov2, che comunque
ci saranno, in un tempo più lungo: l’epidemia in atto, cioè, durerà di più ma
il numero di casi risulterà gestibile per il Servizio sanitario”. Lo spiega
all’ANSA Pier Luigi Lopalco, professore di igiene all’università di Pisa e
responsabile epidemiologia nella task force della Regione Puglia per il
contrasto al nuovo coronavirus.
“Il numero reale di contagiati” dal Coronavirus “è più
alto di quello ufficiale”, dice Massimo Galli, primario infettivologo
dell’ospedale Sacco di Milano. “Nella zona di Vo’, sono stati fatti
tantissimi tamponi e si sono visti stati risultati. La scelta di non farne
altrettanti in altre zone per me – ha aggiunto Galli – è discutibile, anche se
probabilmente è dovuta alla disponibilità negli spazi di laboratori. La
battaglia si vince nei territori, come sul campo di battaglia. Gli ospedali
sono nelle retrovie, se continuano ad arrivare feriti, non riusciranno mai a
reggere. Il circolo vizioso va interrotto sul campo”.
Se le misure attuate avranno risultati si potrà vedere
“ottimisticamente in due settimane. Faccio un paragone Wuhan attorno al
25-26 gennaio c’era un numero di casi paragonabile a quello della Lombardia al
3 di marzo. E noi abbiamo avuto 3-4 settimane il cui il virus ha circolato
liberamente. Questa è una bestia che ci ha invaso e che ci terrà compagnia per
un periodo ancora non breve e la mobilitazione di tutti è fondamentale perché
questo periodo venga accorciato”.
Intanto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha
deciso di chiudere i parchi della città e firmerà una ordinanza in
questo senso. “Oggi pomeriggio firmerò una ordinanza per chiudere i parchi
recintati da domani mattina. – ha detto in un video su Facebook -. È necessario
farlo, non possiamo estendere la stessa regola ai parchi non recintati”.
Le città pensano anche a preparare nuovi posti letto per
curare malati e convalescenti in piena pandemia da coronavirus. A
Genova si lavora su un luogo insolito: trasformare un traghetto in
ospedale anticoronavirus. “Nel giro di cinque giorni saremo pronti ad
utilizzarlo”, annuncia il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Sul
traghetto cominceremo con moduli da 25 posti per salire fino a 200”. La nave ospedale
potrebbe servire a ricoverare le persone positive al virus dimesse dagli
ospedali ma impossibilitate alla convalescenza a casa, i casi positivi non
gravi, oppure potrebbe essere impiegata per liberare posti letto nelle
strutture sanitarie in caso di urgenza.
Alla fiera di Milano per ora non sarà allestito nessuna
struttura di terapia intensiva al momento. “La Protezione civile non è in
condizione di fornirci quanto promesso”: lo ha detto il governatore della
Lombardia Attilio Fontana ai giornalisti spiegando che non è in grado di
fornire i 500 letti di terapia intensiva che si volevano allestire nei
padiglioni del Portello a Milano. do di fornire i 500 letti di terapia
intensiva che si volevano allestire nei padiglioni del Portello a Milano. “Ci
stiamo interessando sul mercato internazionale per trovare letti di
rianimazione – ha aggiunto – Speriamo di avere risposte positive dai
fornitori”.
A Roma stop metro e bus dalle 21 – Parte il
nuovo piano di trasporto pubblico a Roma in considerazione dell’emergenza
sanitaria e per contenere la diffusione del virus COVID-19. L’ultima corsa di
metro, bus e tram sarà alle ore 21 e e ci sarà la riduzione estiva dei
trasporti. La rimodulazione tiene conto del calo della domanda ed è in linea
con quanto previsto dal decreto ministeriale. In ottemperanza all’Ordinanza
della Regione Lazio saranno garantiti i servizi minimi essenziali privilegiando
l’integrazione tra le varie modalità, favorendo quella con minore possibilità
di contatto tra persone e scegliendo quella che permetta maggiore superficie
disponibile per i viaggiatori e almeno un metro di distanza tra i passeggeri
per garantire la massima sicurezza a utenti e operatori. Le aziende di Tpl
manterranno i livelli di servizio adeguati sulle linee di superficie che consentono
collegamenti con le strutture sanitarie e ospedaliere e con le realtà
produttive in servizio. L’azienda ricorda che al momento non è possibile
utilizzare la porta anteriore dei mezzi di superficie, salvo che per ragioni di
emergenza.(ANSA).
Chiusa la sede Rai Puglia, un positivo – Intanto
la sede Rai della Puglia è stata chiusa temporaneamente per sanificazione dopo
che un giornalista è risultato positivo. E’ stata già compiuta pulizia
straordinaria dei locali, ma Buongiorno Regione delle 7.30 non è andato in
onda. La struttura si sta organizzando per trasmettere da remoto il Tg Puglia
delle 14. Tutti i giornalisti e gli operatori della sede che hanno avuto
contatti con il collega sono in quarantena.
C’è il nodo delle carceri – Sono pronte le “linee
guida” per la “formulazione di programmi terapeutici provvisori domiciliari” e,
se possibile, anche in comunità, per i detenuti delle carceri milanesi e per il
“relativo controllo sul territorio”, data “l’emergenza sanitaria determinata
dal Coronavirus e dai successivi disordini verificatisi all’interno degli
istituti”. Lo si legge in un documento che ha fissato le procedure per
concedere, valutate una serie di condizioni, gli affidamenti ai detenuti,
redatto dal Tribunale di Sorveglianza di Milano e dalla Direzione del Serd
Medicina penitenziaria.
Nei giorni scorsi, quando era esplosa una rivolta a San
Vittore, il presidente della Sorveglianza Giovanna Di Rosa aveva spiegato che
il Tribunale si era attivato per “liberare” le carceri “il più possibile” e,
visto il problema di sovraffollamento acuito dall’emergenza sanitaria, aveva
avviato “intese con il Sert per potenziare gli affidamenti terapeutici e le
misure alternative”. Tra i punti delle linee guida la valutazione “accurata”
delle condizioni di salute dei detenuti: con “patologie simil-influenzali” non
si può “accedere al programma” di affidamento.
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