lunedì 27 ottobre 2014

“Perdita di memoria? Può non essere Alzheimer”


Il 20% delle demenze è frutto di una patologia curabile, se diagnosticata in tempo

Il 20 per cento delle demenze diagnosticate a chi ha più di 65 anni non è Alzheimer nè demenza senile, ma una patologia che si chiama «idrocefalo normoteso»: diagnosticata in tempo è curabile. È il tema è al centro di un incontro, domani, nell’Aula Magna di Neuroscienze alle Molinette di Torino. 
«Spesso - spiega il professor Alessandro Ducati, primario di Neurochirurgia universitaria dell’ospedale Molinette - i sintomi (difficoltà nel camminare, deficit cognitivo, incontinenza) sono confusi con quelli dell’Alzheimer, del Parkinson o di altre forme di demenza senile, ma, a differenza delle altre demenze che sono irreversibili, l’idrocefalo è guaribile». L’idrocefalo normoteso è trattabile infatti con un intervento neurochirurgico di durata mediamente inferiore ai 60 minuti: grazie all’impianto di una valvola regolabile, l’eccesso di liquido nel cervello viene drenato e incanalato verso un’altra parte del corpo, dove può essere assorbito dal flusso sanguigno. 
 
L’incontro di domani, aperto al pubblico, è promosso da FederAnziani nell’ambito della campagna di comunicazione che la Federazione della terza età sta portando avanti nell’ambito di questa malattia. L’evento è rivolto a tutti gli anziani, ai medici di famiglia, neurologi, neurochirurghi, geriatri, neuropsicologi, psicogeriatri, neuroradiologi e medici di medicina neuroriabilitativa e punta l’attenzione sull’importanza di un corretto approccio diagnostico. Una diagnosi errata può significare per il paziente una terapia inadeguata e quindi l’incurabilità. Alcuni semplici test clinici permettono di sospettare la diagnosi corretta, che viene poi provata con esami radiologici ed altri accertamenti strumentali

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