mercoledì 21 aprile 2010

“Più Education nelle pmi”.

La riforma dell’Istruzione Tecnica e Professionale:
la collaborazione Scuola/Impresa


La definitiva approvazione dei Regolamenti applicativi
della riforma scolastica relativi agli Istituti
Tecnici e Professionali ha creato un nuovo contesto
per la formazione di conoscenze e competenze indispensabili
per il mondo produttivo.
Essi aprono la prospettiva, in parte già anticipata con
l’introduzione dell’Alternanza Scuola/Lavoro, per una
collaborazione più stretta e costante tra Scuola e
Impresa. La costituzione dei Dipartimenti Disciplinari, la
forte raccomandazione rivolta agli Istituti scolastici per
l’istituzione dei Comitati Tecnico-Scientifici, il “focus”
posto non solo sulle conoscenze (sapere), ma anche
sulle competenze (saper fare) si pongono l’evidente
obiettivo di collegare in modo efficace e non episodico
l’Istruzione Tecnica e Professionale con aziende e settori
produttivi di riferimento. Si tratta di un rapporto indispensabile
per mantenere aggiornati insegnamenti e
laboratori tecnologici, offrire agli studenti occasioni
qualificate di stage, approfondire temi tecnici e di organizzazione
d’impresa di maggiore attualità.
Per contro, la semplificazione degli Indirizzi di
Specializzazione, la riduzione delle ore scolastiche, comprese
quelle dedicate all’uso dei laboratori, la riduzione
delle ore di compresenza tra docenti teorici e tecnicopratici
possono creare difficoltà a queste prospettive
positive per l’Istruzione Tecnica e Professionale.
Il nuovo quadro disciplinato dai Regolamenti sollecita le
piccole e medie imprese ed i loro manager a un atteggiamento
più attento e collaborativo verso le Scuole di
loro potenziale interesse.
Questo è l’obiettivo che si prefigge il progetto di
Fondirigenti “Più Education nelle pmi”. Si tratta di un’iniziativa
promossa dal Comitato Piccola Industria di
Confindustria e da Federmanager, che richiama la grande
tradizione di vicinanza alla Formazione Tecnica e
Professionale che il tessuto imprenditoriale e manageriale
italiano, e torinese in particolare, ha saputo esprimere,
soprattutto dagli albori del proprio sviluppo, fino
al termine degli anni ’60: non a caso, la fase di maggior
crescita nella storia industriale italiana.
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